Disegnato in bianco su nero. In alcuni casi si avvicina alla tecnica dell’incisione. Così Giuseppe Cristiano ha scelto di raccontare la storia del graphic novel Fade Out, per immagini, senza nessuna parola.
Un bambino si risveglia a casa dopo un’esplosione. Sua madre è morta, così lui va alla ricerca del padre in una città che appare devastata, come in uno scenario post-apocalittico. È sempre buio, il cielo è coperto. Non c’è più la distinzione tra il giorno e la notte. Ogni tanto si vedono delle luci. Forse sono nuove esplosioni.
Il protagonista ha con sé uno zaino con alcune provviste e accompagna il lettore tra la vita fuggita via, i resti dei palazzi, le strade piene di auto ferme, di veicoli ribaltati e trasformati in rottami. Cerca riparo nei boschi. La natura sembra essere l’unico rifugio possibile per l’uomo e dall’uomo stesso. Anche lei ha subito le conseguenze di una catastrofe avvenuta in quell’istante, o forse in corso, e arrivata semplicemente all’apice.
Qui Cristiano vuole rimandare alla consapevolezza dell’essere umano che tutto ciò potrà accadere, sta già accadendo, perché voltare lo sguardo altrove non conduce affatto a risultati positivi.
Le illustrazioni sono tutte rimandi, suggestioni, senza nulla di realmente definito. Il protagonista si addormenta e da lì prende il via una realtà vaga e psichedelica. La sua ultima avventura potrebbe essere un sogno dal quale non si è risvegliato. L’unico dato temporale inserito tra le tavole è quello del Capodanno 2021 disegnato sulla vetrina di un negozio, appena festeggiato o prossimo a venire.
Che sia accaduto o meno, l’autore vuole sottolinearne la possibilità nemmeno troppo distante.
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